In occasione della Giornata Mondiale dell’Obesità 2018, l’Associazione Europea per lo Studio dell’Obesità (EASO Patient Council) ha lanciato una campagna per sensibilizzare sulla #stigmatizzazione del peso, sostenuta in Italia dalla Fondazione ADI. In contemporanea, è stato presentato il Manifesto promosso dall’Italian Obesity Network (IO- NET), documento voluto e fermamente sostenuto e sottoscritto da dieci tra società scientifiche e Associazioni pazienti (Amici Obesi Onlus) del settore per porre all’attenzione delle istituzioni le azioni da intraprendere per affrontare la patologia e combattere lo stigma sociale dell’obesità.
Nella nostra società, il pregiudizio sul peso è pervasivo
Tale stigma rappresenta purtroppo una realtà anche in ambiente sanitario e di lavoro come evidenziato da una recente ricerca del Rudd Center for Food Policy and Obesity at the University of Connecticut che ha confermato che il 54% degli adulti con obesità riportano di essere stati bullizzati nell’ambiente di lavoro.”
Lo stigma sul peso innesca un circolo vizioso che autoalimenta o peggiora l’obesità. Il pregiudizio sul peso – attraverso diversi meccanismi (stigma sulla disabilità, discriminazione, vittimizzazione) – favorisce una bassa autostima e denigra la propria immagine corporea, fenomeni che a loro volta alimentano ansia, depressione, disturbi del comportamento alimentare (binge eating), scarsa attività fisica che progressivamente creano un muro anche nei confronti di chi dovrebbe dare un aiuto come medici e infermieri. Questa spirale subdola nutre e peggiora il sovrappeso e l’obesità e l’isolamento della persona che ne soffre.
Obesità: una malattia multifattoriale
In Italia è sovrappeso oltre 1 persona su 3 (36%, con preponderanza maschile: 45,5% rispetto al 26,8% nelle donne), obesa 1 su 10 (10%), diabetica più di 1 su 20 (5,5%) e oltre il 66,4% delle persone con diabete di tipo 2 è anche sovrappeso o obeso.
“L’obesità è una patologia epidemica da affrontare in maniera integrata e multidisciplinare – dichiara Giuseppe Fatati, presidente Fondazione ADI e IONet – Gli interventi di prevenzione, finora adottati, si sono dimostrati inefficaci perché basati sul paradigma della responsabilità personale, ovvero il soggetto ingrassa perché non rispetta le regole. Al contrario l’obesità è una condizione complessa che deriva dall’interazione di fattori genetici, psicologici e ambientali. Da qui la volontà di unirsi in maniera sinergica al monito lanciato dalla campagna mondiale del World Obesity Day che dice stop allo stigma del peso, alla colpevolizzazione, al bullismo e alle discriminazioni sociali.”
La Campagna ObesityDay2018
L’obiettivo della prossima Giornata Mondiale dell’Obesità 2018 è quella di sensibilizzare ad una maggiore consapevolezza sulla gravità e la diffusione dello stigma sul peso, presente in tutti gli ambienti e che vede spesso i grandi media come principali complici. Gli attuali ritratti mediatici dell’obesità rafforzano spesso stereotipi imprecisi e negativi sul peso.
Un Manifesto per combattere lo stigma sull’obesità
Fortemente voluto dall’Italian Obesity Network (IO- NET), e sottoscritto da dieci tra società scientifiche (ADI, Milano Obesity Declaration, SIEDP, SIMG, IBDO Foundation, FO.RI.SIE, SIO, IWA) e Associazioni pazienti (Amici Obesi Onlus) attive nel campo dell’Obesità e nutrizione, il Manifesto individua quattro azioni urgenti per contrastare lo stigma e tracciare una road map di dieci punti su cosa e come intervenire per affrontare la patologia in maniera integrata. Il documento verrà consegnato nelle prossime settimane all’attenzione delle commissioni ministeriali, regionali e alle aziende ospedaliere di tutto il territorio nazionale.
LE 4 AZIONI PER RIDURRE LO STIGMA VERSO LE PERSONE CON OBESITÀ
1 Abbandonare l’uso di immagini negative e linguaggi inappropriati. Utilizzare il termine persone con obesità e non persone obese – evitare gli stereotipi e tenere il focus sulla gravità della malattia soprattutto nelle immagini a scopo informativo e divulgativo.
2 Combattere le discriminazioni sui luoghi di lavoro e il bullismo nelle scuole. Implementare politiche e campagne di informazione che proteggano i dipendenti e gli studenti, con rispetto per la persona indipendentemente dal peso.
3 Attuare politiche governative a favore di una migliore disponibilità e accesso a cibo nutriente riducendo la commercializzazione di opzioni meno sane. Introdurre protocolli di pianificazione che migliorino gli ambienti urbani, assicurino la pedonabilità e l’uso di spazi verdi e favoriscano più attività motoria. Garantire il pieno accesso alle cure e ai trattamenti medici.
4 Instaurare una relazione positiva, realistica e solidale tra medico e paziente. Migliorare l’efficacia delle cure anche attraverso l’uso di un linguaggio appropriato come “alto BMI” e “peso” preferibili a parole come “obeso” e “sovrappeso”. Anteporre la malattia al paziente, usando espressioni come “hai l’obesità” al posto di “sei obeso”.
#ObesityDay2018: Tutte le iniziative promosse dall’ADI
Il 10 ottobre, i 120 centri di dietetica ADI in tutta Italia e oltre 500 specialisti saranno a disposizione per colloqui gratuiti di informazione, consulenze nutrizionali e valutazioni del grado di sovrappeso; 20 sono gli eventi pubblici di sensibilizzazione in programma nelle piazze, nelle scuole e nei centri di aggregazione delle principali città italiane. Maggiori informazioni si possono trovare nel sito www.obesityday.org
Documenti da scaricare
- Il decalogo dell’ADI »
- La locandina della campagna #ObesityDay2018 »
- Il Manifesto dell’Italian Obesity »
References
- Obesity Day, Italian Obesity Net (IO-NET)
- Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica
- World Obesity Day 2018