Problemi cardiovascolari: evitarli è possibile, camminando più in fretta

Uno studio canadese ha dimostrato che per migliorare la salute cardiovascolare di persone diabetiche non è importante solo la quantità di attività fisica che viene svolta ma conta soprattutto la qualità.
In particolare i ricercatori hanno ipotizzato che in soggetti diabetici un programma di cambiamento dello stile di vita che abbia come obiettivo quello di aumentare la velocità della camminata apporti molti più benefici di un programma che abbia come obiettivo il semplice aumento dei passi totali fatti in una giornata.
A sostegno di questa ipotesi i ricercatori canadesi hanno effettuato uno studio che ha coinvolto 41 persone tra i 40 e i 70 anni con diabete di tipo 2 e che non avevano  mai avuto problemi cardiovascolari in precedenza.
Lo studio è stato organizzato in due sessioni della durata di 12 settimane ciascuna. Durante la prima sessione tutti i partecipanti hanno seguito un programma di attività fisica con l’obiettivo di aumentare il numero di passi fatti ogni giorno. Per la seconda sessione i partecipanti allo studio sono stati assegnati in modo casuale a due diversi tipi di programma: uno avanzato che prevedeva un aumento del 10% nella velocità della camminata e uno base che aveva come obiettivo finale l’aumento del numero di passi fatti quotidianamene.
Al termine della prima sessione i ricercatori hanno osservato in tutti i partecipanti una riduzione del peso, dell’indice di massa corporea (BMI) e livelli più bassi della pressione sanguigna sistolica e diastolica.
Dopo la seconda sessione gli esperti hanno registrato una frequenza delle pulsazioni a riposo più bassa nei soggetti che avevano seguito il programma avanzato di attività fisica rispetto a coloro che avevano seguito il programma base. Questo può significare senza dubbio un rischio minore di incorrere in problemi cardiovascolari e induce perciò i ricercatori a consigliare i pazienti diabetici a camminare non solo di più ma anche e soprattutto più in fretta.

FonteDiabetes, Obesity and Metabolism 2009; Advance online publication

Potrebbero interessarti