Sia pure con modalità differenti nei vari tipi di diabete, l’effetto principale delle alterazioni metaboliche presenti nel diabete è sempre lo stesso: troppo glucosio nel sangue (iperglicemia).
Il diabete di tipo 1, pur insorgendo ad ogni età, colpisce prevalentemente bambini e adolescenti. È caratterizzato da picchi tra l’età prescolare e quella della pubertà. In genere, ha un esordio rapido, brusco, con variazioni stagionali e differenze geografiche. Diverse evidenze indicano che si tratti di una malattia autoimmunitaria (l’organismo distrugge parte delle sue stesse cellule). I fattori di rischio non sono conosciuti con certezza. Alcuni esperti hanno ipotizzato un coinvolgimento di infezioni virali intrauterine, predisposizione genetica e altri.
Il diabete di tipo 2 è la forma più frequente di diabete (ca. 90%). Insorge tendenzialmente in età adulta e il rischio di comparsa aumenta con l’età. È più alto nel sesso femminile. Ha solitamente un esordio più lento e progressivo rispetto al diabete di tipo 1. Tra i fattori di rischio accertati vi sono: sovrappeso/obesità, dieta sbilanciata, vita sedentaria, ipertensione, valori alti di colesterolo e/o trigliceridi nel sangue, familiarità, e altri. Nell’80% dei soggetti affetti si osserva obesità e nella quasi totalità dei casi resistenza all’insulina.
La diagnosi viene fatta in vari modi:
- esame della glicemia a digiuno (almeno 2 valori anormali in 2 giorni diversi;
- test orale di tolleranza al glucosio;
- glicemia plasmatica effettuata in qualsiasi momento della giornata (se la glicemia ≥ 200 mg/dl, non sono necessari altri test).