Importanti novità per la cura di patologie invalidanti come il diabete e l’obesità sono prospettate dalle ricerche di Saverio Cinti, direttore dell’istituto di Anatomia dell’Università Politecnica delle Marche. Come ha osservato Cinti nel corso del 4° Congresso Sio-Lazio (Società Italiana dell’Obesità) che si è tenuto nei giorni scorsi a Viterbo: «Fenomeni infiammatori del tessuto adiposo causano un ostacolo alla normale funzione dell’insulina, interferendo con i suoi reattori e provocando l’aumento della sua produzione e l’innalzamento del livello di glucosio nel sangue. Quindi si passa dal sovrappeso, un problema solo estetico, una condizione non ancora patologica, al diabete: un confine sottile, rappresentato dall’aumento di pochi centimetri del grasso addominale». I maschi e chi ha una storia di obesità familiare è maggiormente a rischio. L’infiammazione del tessuto adiposo è provocata dalla morte delle cellule adipose che aumentano di volume fino a sette volte ed esplodono; spiega lo studioso: «L’attività delle cellule deputate alla ‘pulizia’ dei detriti lasciati dalla morte delle cellule adipose, i macrofagi, provoca la liberazione di sostanze che vanno a occupare i recettori dell’insulina, provocando l’insorgenza del diabete». La correlazione fra il diabete e obesità sta quindi nell’aumento patologico del volume della cellula: una scoperta che spinge la case farmaceutiche alla produzione di farmaci antinfiammatori specifici per le persone con diabete.
Fonte: 10 dicembre 2010, agi.it