Smart Digital Clinic – Nuova alleanza per migliorare la qualità delle cure del diabete e ottimizzare i risparmi del SSN

Smart Digital Clinic – Nuova alleanza per migliorare la qualità delle cure del diabete e ottimizzare i risparmi del SSN

L’adozione della cartella clinica diabetologica ha dimostrato negli anni, grazie al progetto Annali dell’Associazione Medici Diabetologi (AMD), la capacità di migliorare la qualità delle cure e di ingenerare risparmi per il Sistema Sanitario Nazionale – Nonostante gli avanzamenti nella ricerca farmacologica e tecnologica, solo il 6,5 per cento delle persone con diabete di tipo 2 in Europa risulta oggi in pieno controllo della malattia. Da questa esigenza, nasce una nuova alleanza digitale, grazie all’accordo tra Roche Diabetes Care Italy e Meteda – che porterà all’implementazione della cartella clinica diabetologica digitale “Smart Digital Clinic”.

La “potenza è nulla senza controllo”

È ciò che recitava una famosa pubblicità sul finire degli anni ’90 e questo concetto potrebbe oggi essere traslato al diabete. Il diabete, infatti, a fronte della sua espansione in tutto il mondo, è al centro dell’attenzione dei ricercatori che studiano e mettono a punto farmaci e dispositivi tecnologici sempre più raffinati e potenti. Nonostante tutto ciò, il principale problema che diabetologi e persone con diabete devono affrontare ogni giorno è sempre lo stesso: il controllo metabolico della malattia ossia il mantenimento dei livelli di vari parametri nella norma.

Secondo lo studio GUIDANCE[1], un’indagine compiuta in otto Paesi europei, tra cui l’Italia, per determinare il grado di adesione alle raccomandazioni delle linee guida per il trattamento del diabete di tipo 2 e valutare i risultati di cura ottenuti, la gestione del diabete evidenzia alcuni dati preoccupanti. Il livello dei processi di cura è incoraggiante – dicono gli autori – meno, tuttavia, lo sono i risultati che si conseguono. Infatti, solo 1 persona con diabete su 2 (esattamente il 53,6% del campione esaminato) raggiunge valori di emoglobina glicata (HbA1c) inferiori al 7%, considerato la soglia di buon controllo, e solo il 6,5% delle persone ottiene contemporaneamente i target di cura per HbA1c, pressione arteriosa e colesterolo LDL, due tra le condizioni più frequentemente associate al diabete di tipo 2.

A cosa è dovuta la difficoltà a raggiungere un buon controllo del diabete?

“I fattori responsabili sono diversi, sottolinea Riccardo Fornengo, diabetologo presso la S.S.D. di Diabetologia ASLTO4 di Chivasso e Consigliere nazionale dell’Associazione Medici Diabetologi (AMD): la scarsa percezione, da parte della persona con diabete, ma anche di alcuni medici e di parte della società, della pericolosità della malattia, il numero di malattie croniche associate (comorbidità) che spesso il paziente con diabete di tipo 2 deve gestire in contemporanea, i determinanti sociali, come reddito, cultura e lavoro, che influiscono sulla capacità di gestione del diabete stesso. Senza contare l’inerzia terapeutica, cioè la ritardata o mancata attuazione di una corretta intensificazione della terapia, quando necessaria che sfocia nell’insuccesso del controllo del diabete”.

Smart Digital Clinic – Investire nella gestione dei dati per la personalizzazione della terapia diabetica

Affrontare le molteplici problematiche che emergono dalla gestione del diabete e dall’inerzia terapeutica in particolare, rappresenta oggi una sfida enorme. Grazie alla nuova alleanza con Meteda, sarà possibile portare la cartella clinica diabetologica Smart Digital Clinic, forte dell’esperienza pregressa a un’implementazione in tutti i centri di diabetologia in Italia. Uno strumento per i diabetologi che per semplicità d’uso, chiarezza e possibilità di personalizzazione dovrebbe contribuire a valorizzare i dati clinici, ottimizzare il tempo della visita e, in ultima analisi, favorire una miglior gestione della persona con diabete.

 

I vantaggi dell’approccio digitale applicato alla sanità

“La strada oggi segnata – non solo per la cura del diabete – ma anche per altre malattie, è quella dei processi di analisi dei dati, resa possibile dalla digitalizzazione applicata alla sanità”, spiega Marco Vespasiani, Sales & Marketing Manager di Meteda, società che negli anni ha sviluppato, in collaborazione con i Centri di diabetologia italiani, la cartella clinica informatizzata diabetologica, al fine di soddisfarne i bisogni.
Questo strumento è risultato fondamentale per l’analisi di numerosi parametri legati alla cura delle persone con diabete e per il miglioramento della gestione della malattia. Ne è testimonianza il progetto Annali dell’Associazione Medici Diabetologi (AMD) che, tra le altre cose, ha dimostrato come i Centri diabetologici che raccoglievano e analizzavano da più tempo i dati dei loro assistiti, utilizzando la cartella clinica diabetologica digitale, ottenevano migliori performance nella cura delle persone”, aggiunge Vespasiani.

Uno studio pubblicato dal Gruppo Annali AMD su Diabetic Medicine, infatti, ha mostrato, che i centri diabetologici che avevano raccolto e valutato i dati di processo (ossia le visite e i diversi esami effettuati) e clinici (cioè i risultati ottenuti), su un arco temporale di 4 anni e su una media di 100 mila persone con diabete tipo 2 curate annualmente, ottenevano un aumento del 6 per cento del numero di assistiti con target di HbA1c inferiore a 7 per cento, ma ottenevano anche buoni risultati nel controllo del colesterolo LDL (+10 per cento) e della pressione arteriosa (+ 6,4 per cento). Risultati statisticamente superiori a quelli riscontrati nei centri che avevano iniziato la raccolta dei dati solo negli ultimi 12 mesi, impiegati come termine di paragone.

Un software unico per la gestione dei pazienti, grazie alla penetrazione della rete diabetologica sul territorio

“La peculiarità della realtà italiana, in cui esiste una rete diabetologica diffusa abbastanza capillarmente sul territorio, ha permesso di diffondere in quasi tutti i centri un software unico per la gestione dei pazienti e la creazione di un database che contiene i dati di oltre 500.000 persone con diabete. Questa digitalizzazione ha determinato uno stimolo a migliorarsi, favorendo l’elaborazione e la valutazione dei risultati anno su anno, con un impatto indubbiamente positivo, con una più efficace ed efficiente gestione della malattia e con evidenti vantaggi tanto per il paziente che per il medico”, sottolinea Fornengo, AMD. “Si spera che in un prossimo futuro si possa ottenere, grazie alla digitalizzazione, l’integrazione con i software della medicina generale e i database aziendali e regionali, che possa ulteriormente produrre informazioni utili alla gestione dei pazienti. L’integrazione e la rielaborazione dei dati contenuti nei diversi database è una delle nuove frontiere da esplorare”.

I vantaggi della digitalizzazione in termini di risparmio socio-sanitario …

I vantaggi della digitalizzazione in sanità non sono solo di ordine clinico o organizzativo, come sottolineato da Roberto Viola, Direttore generale per la comunicazione digitale e le tecnologie della Commissione europea. Viola ha recentemente ribadito come la digitalizzazione in sanità comporterebbe per il nostro Paese un risparmio di circa il 20 per cento della spesa sanitaria nazionale ossia più o meno 20 miliardi di euro l’anno.

Anche questo aspetto è stato valutato in Italia, con riferimento alle cure diabetologiche erogate. Sempre nell’ambito del progetto Annali AMD, e sempre su Diabetic Medicine, è stato pubblicato un secondo studio che ha dimostrato come l’estensione della metodologia di raccolta e analisi del dato, applicata nei centri che utilizzano la cartella clinica diabetologica digitale, a tutti i centri di diabetologia italiani comporterebbe un risparmio, per le casse del Sistema Sanitario Nazionale, calcolato in circa 1,5 miliardi di euro in 5 anni, e una proiezione di oltre 18 miliardi in 50 anni. Risparmi, spiegano gli autori, legati ai minori costi associati alle complicanze a lungo termine del diabete, che si registrano per ogni categoria di complicanza, ma in misura particolare per le complicanze renali.

… ma anche in termini di organizzazione, efficienza e soprattutto possibilità di ascolto del paziente

Questo risparmio, se investito nuovamente nei centri diabetologici, porterebbe a un miglioramento dell’organizzazione, migliore efficienza, maggiore qualità nella gestione del diabete, utilizzo più appropriato delle informazioni e delle risorse, minore dispendio di tempo per attività amministrative e di conseguenza libererebbe tempo prezioso che oggi manca, da dedicare all’ascolto dei propri pazienti. Infatti, solo con una maggiore attenzione, personalizzata alle esigenze dei pazienti, si potrà ottenere un significativo miglioramento nella gestione complessiva del diabete e delle sue conseguenze.

 

 

References

– Stone MA et al., “Quality of care of people with type 2 diabetes in eight European countries: findings from the Guideline Adherence to Enhance Care (GUIDANCE) study” Diabetic Medicine 2013; 36(9):2628-38

– Nicolucci A et al., “Four-year impact of a continuous quality improvement effort implemented by a network of diabetes outpatient clinics: the AMD-Annals initiative” Diabetic Medicine 2010; 27(9):1041-8

– Giorda CB et al., “Improving quality of care in people with Type 2 diabetes through the Associazione Medici Diabetologi-annals initiative: a long-term cost-effectiveness analysis” Diabetic Medicine 2014; 31(5):615-23

– Comunicato stampa Hcc Consulting, 18 aprile 2018

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