Tajiquan

Settembre. L’acquazzone di fine estate mi aveva colto di sorpresa. Entrai nella palestra che ero zuppo di pioggia come un pulcino…
Salutai altri nelle stesse mie condizioni ed entrai direttamente nello spogliatoio. Giovani e meno giovani si stavano già vestendo per la lezione. La prima del nuovo corso che di lì a poco sarebbe iniziato.

La “lezione di prova”

Quando entri in uno spogliatoio capisci subito chi è alla “lezione di prova” e chi è parte del gruppo dei praticanti da tempo: i primi, stanno in un angolo. Non hanno alcuna divisa e anche nel cambiarsi celano una certa forma di imbarazzo. Poi, una volta entrati nell’area di studio, il Tatami (come viene chiamato in Giappone) la differenza è più marcata: quelli che già praticano si salutano, chiacchierano mentre i nuovi, se stanno quasi sospesi in un angolo, in attesa di capirci qualcosa…

A un cenno di invito dell’allievo più anziano ci si sposta tutti in un punto preciso della palestra. In una fila decrescente dal più anziano al più giovane ci si allinea alle spalle del maestro con fronte al quadro di palestra, un’immagine che racchiude simboli calligrafici cinesi e immagini in un ordine preciso.

Un rituale solo in apparenza anacronistico

Al suo comando tre inchini rituali sacralizzano la palestra: da quel momento non è più un luogo comune, è la tua scuola, la tua area di studio, il tuo tempio etc.
Da novizio non ne comprendi il significato, è impossibile ma, con il tempo entri in uno stato di considerazione delle cose, diverso. Una certa calma, un’impercettibile condizione di serenità si appropria di te e scende, lenta, lentissima nella tua entità. Nella tua natura…Non è un caso che il T’Ai Chi C’Uan è anche definito Meditazione Dinamica.
Il comando, “Chin li”, più che un ordine dovrebbe essere inteso come un dire “saluto”.
Si tratta di un atto rituale che, ripetuto tre volte, vuole sacralizzare il tempio che è in noi con un ringraziamento a tre entità supreme cui demandare la nostra gratitudine. A quel punto il maestro si alza, si volta verso i suoi allievi e li ringrazia: non ci sono buoni maestri se non ci sono buoni allievi…
In quest’epoca così frettolosa e superficiale questo rituale potrebbe apparire anacronistico, forse anche ridicolo. Tuttavia, sacralizzare un luogo è uno dei comportamenti più naturali che si possano conoscere tant’è che in natura se ne conoscono la rappresentazione in varie circostanze.

Nel T’Ai Chi Ch’Uan o Tajiquan ciò contempla tutto non solo nel corso della lezione ma diviene un atteggiamento naturale e normale; un atteggiamento che non considera più le azioni in funzione di un utilitarismo fine a se stesso: ogni minimo gesto, azione e il suo opposto – il non agire – fanno parte di un ordine preciso, studiato fin nei più piccoli o minuti aspetti.
Te ne accorgi dopo un po’ di tempo quando, osservando come il tuo corpo agisce e reagisce, scopri che molte tue conoscenze che davi per scontate, tanto scontate poi in fondo non sono. Anzi si è portati a rivedere molto del nostro agire.
Il primo esempio lo affronti quando inizi e termini un esercizio: ogni azione inizia con un preciso gesto, un saluto verso l’entità che ti porta conoscenza.

Il pugno sinistro riceve la sovrapposizione della mano destra il tutto posizionato davanti alla propria bocca. E’ un atto preciso, pieno di significato esoterico ma è anche un atto di ringraziamento verso chi ti trasmette una conoscenza.
Una sorta di gratitudine per colui che ha studiato prima di te i cui sforzi ti raggiungono. Ciò sarà così anche per te quando insegnerai ad altri.

Ricordo ancora quel giorno quando mi vennero spiegate queste riflessioni: in un primo momento mi sembravano fuori del mondo. Oggi comprendo come mi sbagliassi.

Ba duan Jin – Le otto pezze di broccato

In un tempo ormai lontano, in Cina le valutazioni di bellezza, ricchezza, nobiltà non avevano assunto la valenza attuale.
L’oro era sì una materia considerata “nobile o ricca”; c’erano però anche oggetti, come i tessuti, che venivano considerati alla stregua del metallo giallo. Forse ancor più. Il broccato, ad esempio, era ritenuto un tessuto pregiatissimo dotato di valori simbolici e quindi tenuto in particolare considerazione.
I maestri del passato lo paragonavano cioè a qualcosa di particolare valore.
Fu così che, alla disciplina ginnica che per eccellenza serve a conservare e preservare dall’invecchiamento prematuro l’organismo, a mantenerlo in uno stato di vigore e benessere, a far sì che sia elastico e sciolto, venne assegnato un nome di alto valore simbolico: quello degli oggetti di particolare valore. Appunto il broccato.
In questi otto esercizi specifici ripetuti otto o più volte è racchiuso il più potente segreto del benessere del fisico e della mente
Mai un nome è stato meglio attribuito.

Prima di praticarlo con assiduità non lo avrei mai neppure immaginato da lontano. Oggi, che il mio corpo di 62enne è agile e scattante come non potreste neppure considerare (tant’è che grazie al Tajiquan che pratico con venti-trentenni tranquillamente…), comprendo come lo studio degli antichi maestri, dei monaci e di quanti hanno dedicato la loro vita a speculazioni non solo ginniche ma anche filosofiche e scientifiche, nonché mediche, abbia prodotto i risultati che poche discipline possono offrire.

Anche in Occidente, moltissimi medici, ricercatori hanno riconosciuto e riscontrato come la pratica del T’Ai Chi Ch’Uan sia benefica non solo per il fisico ma anche per svariate terapie non ultime il diabete.
Non dimenticherò mai quel giorno di settembre, quell’ immenso senso di smarrimento, quasi di timore o sconforto provato allorquando alla fine della fila ero novizio in una disciplina che non capivo né nei suoi vocaboli tanto meno in una pratica che abbracciava di tutto: ginnastica, meditazione, arte marziale.
Da quella piovosa giornata ad oggi ne è trascorso di tempo, anni, sebbene non abbia la fortuna di credere in un Dio, comunque e ovunque sia, gli sono grato per la fortuna che mi è stata concessa…

– T’Ai Chi Ch’Uan

– Kressig RW1, Beauchet O, Tharicharu J – T’ai chi in the elderly: practical aspectsRev Med Suisse Romande 2003 Nov;123(11):671-5

– Lewis DE – T’ai chi ch’uanComplement Ther Nurs Midwifery 2000 Nov;6(4):204-6

– Lee MS1, Ernst E – Systematic reviews of t’ai chi: an overviewBr J Sports Med 2012 Aug;46(10):713-8

– Ba duan jin – Gli 8 pezzi del broccato – Tai Ji Qi Gong – “Capire la poesia corporea”. Tratto da Yamato Damashii

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