Tempi di Passione. Tempi di dolore. Tempi di Covid-19

Tempi di Passione. Tempi di dolore. Tempi di Covid-19

Paura, ansia, preoccupazione per il futuro. Un futuro, il nostro futuro, quale futuro. Ci sarà un futuro? Difficile a dirsi. Le risorse scarseggeranno? Quando finirà?

Una notizia dell’Organizzazione Mondiale del Lavoro, che circola da alcuni giorni individua in oltre 18 milioni di posti di lavoro il numero di persone che perderanno, in un modo o in un altro il lavoro. Oggi forse no, ma domani è possibile.

Insomma, ansia in tutte le forme, ansia che strugge, che attanaglia alla gola fino a togliere il respiro.
Io rimango dell’idea che da questa pandemia, ne uscire­mo sì con le ossa rotte, ma rinnovati, come la mitica fenice.

Di certo non saremo più gli stessi

Il dubbio, la paura, il sospetto gli uni degli altri, genera e genererà molte significative modifiche del nostro stile di vita, del nostro “essere”.
Indubbiamente, questa crisi, accidentale o indotta, ci ha già cambiato e ci cambierà ulteriormente. Questa è una, delle principali, tra le tante certezze.

Detto ciò, sono dell’idea che ci siano due e più modalità per guardare innanzi a noi, a que­sta immane tragedia. Lo stare in casa, compressi come melanzane sottolio in un barattolo, comporta moltissime occasioni per sentirsi letteralmente “presi alla gola” e non tutti, ammettiamolo hanno una capacità di reazione tale da riuscire ad affrontare questa pandemia, questo restare ai “do­miciliari” obbligatoriamente. Ne va della nostra sicurezza, come singoli. Come famiglie, come comunità. C’è poco da fare.

Ed è qui che questo concetto, il “che fare” può cambiare il nostro modo di vivere. Noi, nel nostro umile servire il nostro prossimo, vorremmo contribuire nel lenire la sofferenza, tipica di noi italiani, costretti a restare chiusi in casa per ordine “superiore”.

Ecco quindi l’opportunità per affrontare, senza voler sottrarre ad alcun professionista, psi­cologi, medici, personal-trainer ecc. delle conoscenze, competenze e quant’altro.

Il T’Ai Chi può aiutarci a raggiungere uno stato di maggiore serenità

E, con molta umiltà, come praticanti di T’Ai Chi Ch’uan vorremmo però contribuire, come ci è noto, a un vivere più sereno sia con noi stessi sia con quanti ci circondano. E per giungere a conseguire questo “stato di serenità”, vorremmo suggerirvi alcune pra­tiche che da molti anni utilizziamo per ottenere una buona forma psico-fisica.

Nella scuola di T’Ai Chi Ch’Uan che da anni frequentiamo, l’inizio della pra­tica di palestra avviene con una ritualità di cui vi abbiamo già parlato.

Ogni piccolo gesto avviene con modalità precisa facendo seguito a regole semplici ma profonde la cui origine si perde nella storia della disciplina. Regole antiche, rituali appunto pregne di un significato anche esoterico.

Infatti, già dall’ingresso nello spazio di esercizio, il triplice saluto che si pratica ci introduce alla filosofia del distacco dalla quotidianità.

Un distacco che non è casuale e che presuppone il liberarsi di quelle tensioni che alberga­no in noi, figlie e frutto della quotidianità, delle ansie e difficoltà.

Lentamente, si diviene parte di uno stato di vivere diverso. Lo si percepisce già nelle prime lezioni e che durerà, intensificandosi, tutta la vita

In quei gesti, per noi occidentali difficilmente concepibili, perché troppo razionali, c’è tutto il rispetto della storia di chi ci ha preceduto, il ringraziamento a chi ci ha creato e a coloro che insegnano la nostra disciplina: i maestri. Ma anche a coloro che ci hanno creato, i genitori, e i genitori dei genitori…

Non si tratta però di un mero saluto, va molto oltre.

Infatti, vuole creare una sorta di eggregoro, uno stato di condivisione dell’energia collettiva che ci alimenta; una sorta di collegamento elevato con la spiritualità che in tutti e tutto e che alberga in ogni creatura, e che nel Tao te Ching viene mirabilmente descritta (ricordo che il Tao te Ching è il libro più letto al mondo dopo la Bib­bia…).

Immediatamente dopo i tre saluti rituali dicevamo, inizia la vera e propria lezione.

Una lezione che segue, per la scuola Chang dello stile Yang, un ordine ben preciso: il ri­scaldamento fisico, quello energetico o Qi Gong, la meditazione della forma o Lu e lo studio delle tecniche Shaolin.

Vi parleremo proprio di questo riscaldamento perché, sul piano meramente fisico, ma non solo, riesce a “rimet­tere a posto” molti aspetti del nostro fisico laddove, abitudini, alimentazione, frenesia del­la quotidiano creano un vero e proprio scombussolamento in negativo della nostra condizione fisica. Una sorta di disallineamento che si traduce con moltissimi stati di disagio fisico e quel che è peggio, anche psicologico perché è risaputo che in un fisico sofferente il dolore è di casa

Questi esercizi, chiamati Baduaijn, letteralmente “Otto pezzi di broccato”, sono otto ripetuti otto volte ciascuno.

Questi esercizi si svolgono in una sequenza ben precisa e si legano in modo rigoroso sia ad una sorta di stretching antichissimo, sia con una respirazione molto profonda, plurimillenario.

C’è un preciso “ma”, tuttavia. Sebbene infatti a prima vista si tratti di un esercizio di ginnastica, vi sono varie modalità di ese­guirla: chi la pratica in modo ripetitivo, meccanico, e che se va pur bene sul piano fisico, su quello più profondo, meditativo, non va molto lontano.

Va ricordato però, che comunque, soprattutto agli inizi, tutto, prprio tutto, va molto bene.

Non esistono buoni maestri se non ci sono buoni allievi”… come disse un antico saggio

Di seguito vi riporto un’antica immagine che vorrebbe ricordare i singoli passaggi da percorrere, da sinistra verso destra.

Gli otto pezzi di broccato (Baduijan)

A ben osservare sembrerebbero delle semplici posture di un simpatico orientale, ed è quindi utile illustrarveli utilizzando un video di una scuola milanese che a nostro avviso è molto esplicativo. Vi suggeriamo di studiarlo con particolare attenzione, ovvero, osservando il movimento dei piedi, delle braccia nonché la modalità di respirazione, e la tensione dei singoli arti per ben com­prendere l’azione svolta per ciascuna posizione.
Il resto, credeteci, verrà da solo.

Per una visualizzazione di questa serie di esercizi, vi suggerisco il seguente video:

Tai Chi Lesson 1: Esercizi per principianti, di miclub asd ed elicoides
https://www.youtube.com/watch?v=OVpmViquTDg

Si tratta di una eccellente riproduzione del Baduanijn eseguita da un maestro capace che via sarà sicuramente utile.

Lenire l’ansia in modo naturale

Vorrei poi parlare di una forma di meditazione, volta a rilassare in modo molto profondo. Da me praticata da tantissimi anni, almeno una cinquantina, giorno più giorno meno, questo rilassamento molto simile alla trance ipnotica e al training autogeno, viene utilizzato per lenire efficacemente l’ansia in modo naturale.
Si tratta di un approccio dolce e controllato alla nostra parte inconscia. Spero di non suscitare ilarità o indispettire alcuno; non me ne vogliano psicologi e psicoterapeuti, trainer ecc.

Questa tecnica introduce attraverso una mo­dalità naturale che è stata trattata da vari autori, da Thich Naht Hanh, Osho (e moltis­simi altri) e che avvicina a uno stato di grazia e serenità in modo lento, controllato e gioioso ad una condizione di serenità che, vi posso assicurare, è strabiliante.

Autori per lo più orientali tra cui anche qualche occidentale, ne hanno narrato le modalità, i benefici e, soprattutto il fatto che la pratica di questo “scendere” nel profondo, in modo dolce ma co­sciente, senza controindicazioni, produce effetti inimmaginabili.

Ovviamente, non è possibile praticarla in modo autonomo senza un adeguato insegnante per vari motivi, sebbene testi e audio possano essere reperiti in rete.

Esistono varie modalità, dicevo, per praticare quest’esercizio di rilassamento guidato che dura circa venti minuti.

Questa tecnica si avvicina all’autoipnosi seppur non è la stessa pratica.

Lentamente si scende, in modo assolutamente cosciente, in una condizione di serenità, rilassando gli arti, partendo dai piedi seguendo un ciclo respiratorio ben definito secondo la respirazione buddista. Alla sua conclusione ci si avverte “diversi”, più sereni e reattivi, calmi e riposati; unico neo il fatto che, talvolta, si corre il rischio di addormentarsi.

Unica condizione assolutamente indispensabile: per svolgerla occorre non essere disturbati; in particolare quando si è alle prime armi.

Per rendere la sua prassi più efficace, vi consiglio di procurarvi delle buone cuffie, un lettore smartphone e una connessione wifi.

Di seguito, il titolo di un libro che spiega una tecnica di meditazione molto simile a quella a cui ho accennato prima; è consultabi­le gratuitamente su Audible per trenta giorni, ed è molto utile per prendere pratica, soprattutto per chi è alle prime armi.

Mindfulness per acquietare la mente

Michael Doddy

Mindfulness per acquietare la mente
Tecnica guidata

Edito da Area51

Poiché non è mio costume consigliare acquisti, modelli o tentare di condizionare la vita altrui, vi suggerisco di ascoltare l’estratto gratuito, poi a voi ogni scelta…

Per quanto mi riguarda, avevo quindici anni quando incontrai il mio maestro ed ora, a sessantacinque compiuti, proseguo lungo quella via ben consapevole di un detto Zen, che vale più di milioni di parole:

“Il Fine non è la Via, ma la Via è il Fine…”

Per ora buon ascolto. Buona pratica.
Nello Fusaro, Torino

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