La conservazione dell’insulina

IL VIAGGIO DI CLAUDIO CON IL DIABETE DI TIPO 1. UN MODO PER CONOSCERSI E METTERSI ALLA PROVA

Ecco come mi sono preparato al viaggio

presentazioni-Claudio-PelizzeniPreparare un viaggio intorno al mondo non è un’impresa semplice per nessuno, essere diabetico implica una pianificazione ancora più accurata. Occorre studiare gli itinerari, conoscere le possibili difficoltà nel poter reperire insulina in casi di emergenza, strutturarsi con adeguate scorte e riuscire a conservarle correttamente.


Diabete di tipo1: la mia terapia alla partenza

La  mia terapia insulinica prevede una iniezione al giorno, verso sera, di insulina ad effetto continuo per 24 ore e tre iniezioni di insulina rapida in prossimità dei pasti. Nello specifico al momento della partenza mi somministravo 30 unità al giorno di insulina rapida e 28 di quella ad effetto continuo. Ho dovuto pertanto calcolare quanta scorta di insulina portare con me.

Come calcolare le scorte

La prima difficoltà, su un viaggio così lungo è la scadenza dell’insulina: circa 14 mesi. Si è rivelato pertanto inutile anche solo pensare di poter partire con una scorta che coprisse l’intero viaggio. Ho valutato varie possibilità e ho individuato la soluzione nel prendere con me sufficiente insulina per un anno e poi verificare le possibilità di spedizione della stessa dall’Italia. In 10 mesi conto di arrivare in Australia, continente nel quale non dovrebbe essere particolarmente difficile far arrivare la successiva scorta.

Un anno con le dosi che vi ho indicato significa 72 penne precaricate,
non proprio poche.

La loro conservazione? Anche l’ingegno può essere utile!

L’insulina può restare a temperatura ambiente fino a 28 giorni, ma andrebbe conservata tra i 4 e gli 8 gradi. Mi sono pertanto munito di mattonelle per il ghiaccio e di borse termo protettive. Ho inoltre studiato un piccolo stratagemma per mantenere un po’ più a lungo la temperatura: la carta di giornale! Sì, la carta dei quotidiani ha un buon effetto isolante: l’idea mi è venuta osservando come si coprono i clochard alle stazioni e come si proteggono i ciclisti all’inizio delle discese in alta montagna infilandosi fogli di giornale donati dai tifosi sotto la maglia.
Con questo accorgimento conto di mantenere nella maggior parte delle situazioni la temperatura corretta per un paio di giorni. Dovrò quindi trovare fonti di raffreddamento solo un paio di volte alla settimana e questo non è impossibile, alloggiando negli ostelli.

Problema insulina risolto? Come diversificare i rischi

Non del tutto perché ho risolto il problema della conservazione, ma non quello di tenerla al sicuro. Sí perché può sempre succedere che mi rubino qualcosa e tra questo ci potrebbe essere anche lei. Come per ogni cosa di vitale importanza, tra cui i documenti, le carte di credito, i soldi, anche l’insulina, in viaggio, deve rispondere al requisito della diversificazione dei rischi. Non posso permettermi di conservarla sempre e solo in unico posto per esempio nello zaino, poiché se ne fossi derubato, sarei finito. Ho creato quindi tre scorte di diversa quantità che mi permettano di diversificare i rischi.
(1) Una scorta grande sarà riposta nello zaino grosso, quello che conterrà l’abbigliamento.
(2) Una scorta più piccola, ma ugualmente ampia, diciamo sui 3 mesi, verrà riposta nello zainetto che conterrà tra le altre cose, tutta la mia attrezzatura tecnologica e di utilizzo quotidiano, dove pertanto porrò maggiore attenzione.
(3) Infine detto che una penna mi dura circa 10 giorni, due penne per tipo le conserverò nel mio marsupio, da cui mai mi staccherò.  I rischi sono pertanto ridotti al minimo.

Il controllo continuo della glicemia

Infine per quanto riguarda il controllo della glicemia mi sono dotato di uno strumento per il monitoraggio continuo basato su tecnologia AGP, il quale mi permetterà un enorme risparmio di spazio destinato ai più classici pungi dito e strisce reattive. Come funziona lo strumento? E’  una sorta di chip che viene generalmente applicato  sulla pancia o sulle braccia che trasmette in continuo ad un apparecchio grande quanto un cellulare i dati della glicemia. Il trasmettitore inoltre vibra ogni qual volta la glicemia si alza o si abbassa oltre i valori raccomandati, aiutandomi quindi a gestire al meglio anche i radicali cambi di alimentazione.

… e l’abbigliamento?
Per far spazio alle scorte e al resto dell’attrezzatura per il diabete ho sacrificato molti vestiti ed abbigliamento, ma poco importa, perché un viaggio del genere ti porta realmente a capire cosa è davvero indispensabile nella vita, il diabete quindi mi aiuta a selezionare l’indispensabile ancor di più!

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Tutte le foto riportate sono scattate e gentilmente concesse da Claudio Pelizzeni durante il suo viaggio senza aerei.

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