IL VIAGGIO DI CLAUDIO CON IL DIABETE DI TIPO 1. UN MODO PER CONOSCERSI E METTERSI ALLA PROVA
La scoperta del Diabete di tipo 1: tra incoscienza e ottimismo
Avevo nove anni quando mi hanno diagnosticato il diabete di tipo 1. Non è stato uno shock traumatico, ma vedevo i miei genitori preoccupati e fondamentalmente non capivo il motivo. Forse per la giovane età o forse per l’ottimismo che mi ha sempre contraddistinto, ho sempre vissuto questo problema senza pormi troppe domande. Fare le iniezioni di insulina era come allacciarmi le scarpe prima di uscire di casa: routine.
CHI È CLAUDIO?
Claudio Pelizzeni, 32 anni
Bancario per caso, viaggiatore per passione. Razionale, ma anche sognatore, ama la vita e crede fortemente che la stessa possa regalare alle persone che inseguono le proprie passioni le opportunità di realizzare i propri sogni.
Oggi ho trentadue anni e sto partendo per il giro del mondo, senza aerei
Tre anni con uno zaino in spalla e tanti sogni. Ho lasciato un lavoro fisso in banca per inseguirli e coltivare le mie più autentiche passioni. Vedo ancora i miei genitori preoccupati, ma stavolta non per il diabete.
Organizzare un viaggio del genere non è semplice a prescindere, figuriamoci con un compagno di viaggio del genere. Diverse sono le difficoltà da affrontare, dallo stabilire quanta insulina sarà necessaria a come conservarla, come tenere monitorata la glicemia, come affrontare radicali cambiamenti nello stile di vita e nella nutrizione con diete completamente differenti da quelle abituali.
A settembre del 2013, ho iniziato a pianificare attentamente l’avventura e per prima cosa ho parlato con il mio diabetologo. Ricordo le sensazioni di quel giorno: avevo paura di un consiglio negativo, ero preoccupato, l’ansia dominava. E invece… La risposta è stata tanto schietta, quanto emozionante: si poteva fare! Ovviamente vi sono precauzioni da prendere, bisogna pianificare attentamente tutto e occorre avere piena consapevolezza dei propri limiti fisici onde non compiere scelte azzardate e spregiudicate.
Detto questo esco dall’ambulatorio con la consapevolezza che il diabete non è un limite fisico insuperabile per un progetto di questo tipo. Il cuore batte a mille, sono felice, vorrei urlarlo al mondo.
E’ molto importante avere il sostegno del proprio medico in queste circostanze, infonde fiducia ed energia. Probabilmente se avesse stroncato sul nascere questa iniziativa sarei rimasto per la prima volta nella mia vita deluso a affranto a causa del diabete.
Il diabete: un limite o un’opportunità?
Vedere il proprio sogno infrangersi per un motivo del genere mi avrebbe portato dritto alla depressione. E invece… invece da limite si è trasformato in opportunità, ora girerò il mondo e ho deciso di condividere tutto questo.
Sono convinto che aldilà delle problematiche inevitabili che affronterò strada facendo, al mio ritorno la mia salute sarà migliorata. Mi concentrerò maggiormente sul mio corpo, viaggiando in solitaria, voglio imparare ad ascoltarlo. Vivrò costantemente in movimento per un lungo periodo e ciò, anche se sembra una banalità, non porta che benefici a una patologia cui la sedentarietà e la cattiva alimentazione sono i principali nemici.
Ormai manca poco alla partenza
L’avventura inizierà il prossimo 4 maggio e mi muoverò verso est, dove sorge il sole: dopo un primo passaggio in Polonia e l’arrivo a Mosca partenza in Transiberiana con destinazione Pechino. Da Pechino mi sposterò verso sud-ovest fino al Tibet e Nepal e poi giù in India. Cercherò di attraversare l’oceano indiano per giungere sulle coste thailandesi. Mi dirigerò poi a nord per visitare tutto il sudest asiatico e scendere nuovamente a sud verso l’Indonesia. Infine nella speranza di trovare un passaggio barca sbarcherò in Australia alla volta di Sydney. L’obiettivo è quello di raggiungere gli antipodi del mondo a Natale. E poi?
Poi riordinerò le idee, dovrò trovare il modo di rifornirmi nuovamente di insulina e inizierò a pianificare la traversata dell’oceano pacifico mediante un cargo mercantile con lo scopo di iniziare a vagabondare per il continente americano.
L’ultima tappa della mia avventura sarà l’appuntamento con il continente africano e la magnificenza della sua natura.
Segui Claudio anche su:
Tutte le foto riportate sono scattate e gentilmente concesse da Claudio Pelizzeni durante il suo viaggio senza aerei.