La Transiberiana, la Siberia e la Mongolia

IL VIAGGIO DI CLAUDIO CON IL DIABETE DI TIPO 1. UN MODO PER CONOSCERSI E METTERSI ALLA PROVA

Viaggio di Claudio
Il mio viaggio intorno al mondo sta procedendo e mi trovo alle porte della Cina su un treno che da Ulan Batoor mi sta portando a Pechino.
Ho vissuto tre giorni in Transiberiana, chiuso in un treno per 77 ore, per oltre 5000 chilometri attraverso ben 5 diversi fusi orari.

La gestione del diabete

La gestione del diabete in questo viaggio è stata piuttosto semplice dal punto di vista alimentare, il vagone ristorante offre pietanze molto care e scarse, oltre che di dubbio gusto. Mi sono pertanto organizzato partendo da Mosca con il relativo “kit di sopravvivenza”: noodles liofilizzati, scatolette di tonno, pane, formaggio e un paio di vaschette di salumi locali oltre a frutta come mele e banane. In ogni vagone è presente una sorta di distributore di acqua calda, utilissimo per prepararsi thé e caffè oltre che le zuppe di noodles che in questi casi sono dei veri e propri toccasana. La glicemia è andata bene, priva di picchi alti o bassi e l’unico relativo problema era adeguare il corpo ai nuovi fusi orari, anticipando giorno per giorno l’iniezione di insulina a lungo effetto.
Se vi capitasse di viaggiare in Transiberiana e volete gustare le pietanze tipiche di questo treno tenete conto che il vagone ristorante effettua servizio secondo gli orari di Mosca, pertanto se siete in Siberia e volete cenare verso le otto di sera lo troverete chiuso da almeno tre ore!

Irkutsk, la “Parigi” della Siberia e il Lago Baikal

Arrivato in Siberia sono stato accolto da una temperatura mite durante il giorno e prossima allo zero di notte, ma con un sole splendente. Ho visitato Irkutsk, la “Parigi” della Siberia: un paragone piuttosto azzardato, si tratta di una città industriale, ai margini di un fiume, con tipiche case in legno ormai in rovina e strade dedicate allo shopping europeo invece ben curate. Qualche monumento dedicato a Marx e a Lenin e niente di più. Così, dopo aver sbrigato alcune faccende burocratiche all’ambasciata mongola per ottenere il visto che mi verrà consegnato tre giorni dopo, decido di avventurarmi sul lago Baikal, a quattro ore dalla città.

Trekking al lago Baikal

Claudio-Mosca-diabete-intFortunatamente qui lo spettacolo della natura è bellissimo e mi permette di comprendere meglio la Siberia stessa. Si tratta di una delle riserve di acqua dolce più importanti del pianeta con i suoi oltre 1600 metri di profondità e 660 chilometri di ampiezza da nord a sud.
L’isola di Olkhom, dove alloggio in una tipica guesthouse, è meravigliosa, la natura è assolutamente padrona e le case del villaggio, come quelle di Irkutsk, sono fatte di legno con tetti coloratissimi, ma almeno qui non cadono a pezzi.
siberia-mongoliaLa proprietaria di casa cucina per gli ospiti e la dieta prevede carne stufata, cetrioli  e riso. In questa zona i cetrioli sono buonissimi e sono un ottimo alimento, ricco di acqua. Al mattino mi viene servita una torta di pasta ripiena di carote, immangiabile, così ripiego su un po’ di frutta e biscotti. La principale attrattiva è un trekking di un paio d’ore verso una roccia sciamanica affacciata sul lago, la vista che si può scorgere è davvero meritevole e un po’ di sana attività fisica è quello che ci vuole.

In viaggio verso Ulan Batoor, capitale della Mongolia

Fatto rientro ad Irkutsk e ottenuto il visto mongolo, prendo il treno per Ulan Batoor per altre 27 ore di viaggio. Solita scorta di cibo, stavolta minore visto che dura un terzo della transiberiana e nessun problema con i fusi orari dato che in Mongolia c’è una sola ora di differenza.

Arrivato ad Ulan Batoor,Ulan-Batoor grazie ad accordi presi via mail con l’ostello di destinazione riesco a partire immediatamente per un tour nella zona continentale del paese di quattro giorni. Visito il parco di Terelji e il deserto di Gobi. La notte si dorme nelle Ger mongole, tipiche tende circolari bianche utilizzate dai nomadi pastori. La notte fa veramente freddo e ci si riscalda con una stufa in ghisa all’interno della tenda alimentata a legno e sterco di animali vari che popolano la zona. Proprio questi animali sono a migliaia, tutti allo stato brado: capre, mucche, yak, cammelli e cavalli. E poi aquile, condor, falchi. Qui la natura è davvero protagonista assoluta, l’elettricità quando c’è è a scarso voltaggio ed insufficiente per caricare i nostri apparecchi tecnologici. In compenso i paesaggi sono incredibili: verdi e morbide colline con all’orizzonte montagne ancora innevate, fiumi, cascate, laghi. E poi anche pietre, polvere, sabbia: il deserto di Gobi. Difficilmente ho visto paesaggi così incontaminati e mutevoli, la Mongolia resterà nel mio cuore.

Per quanto riguarda il diabete le lunghe passeggiatesiberia-mongolia-2 a cavallo, i trekking e la vita in generale all’aria aperta ha aiutato le glicemie a restare quasi sempre nella norma, un’attenzione particolare va riservata al cibo in quanto non vi è verdura o frutta, i piatti sono tutti a base di montone, riso e patate. Ottimo lo yogurt artigianale di capra, da provare, ma attenzione, è carico di zucchero, purtroppo l’ho scoperto solo dopo.
Ora mi aspetta la Cina, dove la cultura è completamente diversa dalla nostra così come la cucina. Recupererò almeno qualche verdura e frutto in più e abbandonerò definitivamente il pane in favore del riso.
Non vedo l’ora di arrivare, ciao mondo!

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Tutte le foto riportate sono scattate e gentilmente concesse da Claudio Pelizzeni durante il suo viaggio senza aerei.

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