In occasione della Giornata Mondiale del Rene (13 marzo 2025), l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano presenta le ultime innovazioni per la diagnosi e il trattamento del tumore del rene, una patologia in crescita che ogni anno in Italia registra oltre 13.000 nuovi casi. Colpisce prevalentemente gli uomini, con un rapporto di circa 2 a 1 rispetto alle donne, e può essere influenzato da fattori di rischio come fumo, obesità, ipertensione e predisposizione genetica, quest’ultima, al momento definibile in una piccola percentuale di pazienti. Pur colpendo principalmente adulti e anziani, esistono forme più rare che interessano anche i giovani.
Diagnosi precoce e approcci conservativi
L’aumento delle diagnosi è dovuto anche ai progressi nelle tecniche di imaging, come l’ecografia e la risonanza magnetica, che permettono di individuare il tumore nelle fasi più iniziali. “Circa il 50% dei tumori renali viene scoperto quando la massa è inferiore ai 4 cm (stadio T1a), nota come piccola massa renale” afferma il Dott. Nicola Nicolai, responsabile della Struttura Complessa di Oncologia Chirurgica Urologica dell’Istituto dei Tumori di Milano.
Negli anni passati, la diagnosi portava spesso alla nefrectomia radicale, ovvero alla rimozione completa del rene. Oggi, grazie alle nuove conoscenze della ricerca e ai nuovi approcci chirurgici che tengono conto delle specificità di ciascun paziente e delle caratteristiche della malattia, il trattamento è diversificato e si preferisce una chirurgia conservativa, con interventi mini-invasivi, laparoscopici o robot-assistiti, preservando il più possibile il tessuto renale sano.
Nuove frontiere: biopsia liquida e intelligenza artificiale
La ricerca presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano si sta attualmente concentrando su metodi innovativi come la biopsia liquida, che permette di individuare DNA tumorale e cellule cancerogene circolanti nel sangue. “Siamo ancora nella fase esplorativa ed è prematuro parlare di risultati prossimi all’applicazione. Tuttavia, è indubbio che tale ricerca potrebbe portare a migliorare profondamente il campo della diagnostica non invasiva”, spiega Nicolai.
Un’altra evoluzione cruciale è l’uso dell’intelligenza artificiale e del machine learning nell’analisi delle immagini radiologiche, migliorando l’accuratezza diagnostica e la capacità di distinguere tra tumori benigni e maligni con maggiore precisione.
Trattamenti innovativi: chirurgia mini-invasiva, crioterapia e radioterapia
L’approccio terapeutico al tumore del rene è cambiato significativamente negli ultimi anni. Oltre alla chirurgia mininvasiva, che permette di conservare il rene sano e rimuovere solo la massa tumorale, tecniche come le termoablazioni, in particolare la crioterapia, e la radioterapia stanno emergendo come opzioni valide per il trattamento delle piccole masse renali.
L’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano è stato tra i primi centri in Italia a introdurre la crioterapia percutanea, con ottimi risultati.
“L’armamentario disponibile, che include la chirurgia conservativa, la crioterapia, più recentemente la radioterapia, ma anche programmi di sola osservazione, è adattato, grazie a competenze e condivisioni multidisciplinari a ogni singola situazione” sottolinea Nicolai.
Nuove terapie e lo studio finanziato da AIFA
Per i tumori renali più avanzati, in cui l’intervento chirurgico rimane fondamentale, le tecniche chirurgiche innovative, anche grazie alla collaborazione con la radiologia interventistica, e l’integrazione coi nuovi trattamenti medici, stanno riducendo i rischi e migliorando i risultati oncologici.
“Oggi sono disponibili approcci terapeutici innovativi per il trattamento della malattia asportata ad alto rischio di recidiva, localmente avanzata e oligometastatica”, spiega il Prof. Giuseppe Procopio, Direttore del Programma Prostata e dell’Oncologia Medica Genitourinaria presso la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori.
L’impiego di agenti immunoterapici, da soli o in combinazione con farmaci a bersaglio molecolare, ha dimostrato di ridurre il rischio di recidiva e migliorare la sopravvivenza dei pazienti.
“Nel nostro Istituto – continua il Prof. Procopio – conduciamo studi clinici per valutare l’efficacia di nuove classi di farmaci e ricerche accademiche dedicate ai tumori rari del rene, per i quali esistono poche opzioni terapeutiche. Recentemente, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha finanziato un importante studio prospettico che sarà coordinato dall’Istituto Nazionale Tumori Milano e che coinvolgerà 50 centri in tutta Italia, con l’obiettivo di raccogliere dati real-world utili a ottimizzare i trattamenti e affinare le strategie terapeutiche per questa patologia”.
Conclusioni
Le innovazioni nella diagnosi e nel trattamento del tumore renale stanno aprendo nuove prospettive per i pazienti, migliorando la sopravvivenza e riducendo la necessità di interventi invasivi. L’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano si conferma in prima linea nella ricerca, con l’obiettivo di rendere la diagnosi sempre più precoce e il trattamento sempre più personalizzato e innovativo.