Ultracinquantenni, 1 su 2 dorme poco e male: a rischio la salute della coppia

Ultracinquantenni, 1 su 2 dorme poco e male: a rischio la salute della coppia.

Lo sapevate? Esistono ben 60 diversi disturbi del sonno! Maschi e femmine ne soffrono in modo diverso. Vita sedentaria, depressione, menopausa favoriscono i disturbi del sonno che a loro volta favoriscono diabete di tipo 2 e sovrappeso/obesità.
“Difficoltà ad addormentarsi, sonno agitato, risvegli notturni e sveglia anticipata sono sempre più frequenti e chiari segni di disturbi del sonno, indicatori importanti che impattano sulla salute fisica e psichica e sulla stabilità della coppia. Per oltre il 90% degli italiani tra i 45 e i 65 anni, dormire bene è molto importante e alla base del benessere, ma solo per 1 su 10 è facile.” ha sottolineato la d.ssa Merzagora, Presidente Onda all’apertura del 2° Congresso Nazionale Onda sul tema “La donna e la coppia dopo l’età fertile – La salute che cambia: prevenzione, stili di vita, fragilità” che si è svolto a Milano, il 19-20 settembre 2018.

I disturbi del sonno dopo l’età fertile

A scattare la più recente fotografia sui disturbi del sonno dopo l’età fertile è Onda, Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna e di genere attraverso un’indagine, condotta da Elma Research su un campione di 150 uomini e 150 donne tra i 45 e i 65 anni. I risultati sono stati presentati all’apertura del 2° Congresso nazionale dell’Osservatorio “La donna e la coppia dopo l’età fertile – La salute che cambia: prevenzione, stili di vita, fragilità”.

GUARDA IL VIDEO → “Disturbi del sonno nella coppia dopo l’età fertile, D.ssa Merzagora, Onda”

I dati rivelano che 4 intervistati su 5 soffrono o hanno sofferto di disturbi del sonno e la metà del campione ritiene necessarie e salutari almeno 8 ore di riposo per notte anche se, di fatto, l’83% ammette di dormire al massimo 7 ore, con il 16% che ne dorme al massimo 5. Tra le diverse cause che impediscono un buon sonno, quelle più considerate sono lo stress mentale e i traumi (88%), stile di vita e alimentazione non adeguati (79%) nonché stanchezza fisica (76%), ma anche malattie (56%) e menopausa e invecchiamento (42%).

Le possibili conseguenze dei disturbi del sonno

Si ritiene che i disturbi del sonno portino a molte conseguenze: psichiche per il 98% degli intervistati, in primis nervosismo e irritabilità, ma anche cattivo umore, assenza di lucidità e difficoltà di concentrazione e apprendimento; fisiche, soprattutto stanchezza e mancanza di energie per l’83% e nel 41% dei casi anche conseguenze relazionali con tendenza ad isolarsi, problemi nella comunicazione e dialogo nella coppia e calo del desiderio sessuale.

Differenze di genere: le donne ne soffrono di più

“Dall’indagine Onda emerge anche che le donne tendono a valorizzare di più l’importanza del sonno rispetto agli uomini e un maggior numero di donne ritiene che un buon riposo ristoratore sia alla base del benessere della persona”, afferma Luigi Ferini Strambi, Primario UO Neurologia-Centro del Sonno, IRCCS San Raffaele Turro e Università Vita-Salute San Raffaele, Milano.

Secondo l’indagine, in generale le donne temono di più l’insorgenza di questi disturbi e di fatto ne soffrono più degli uomini: l’87% delle intervistate lamenta di avere questo problema rispetto al 67% del campione maschile. “Quanto affermato dalle donne è in effetti in linea con i dati scientifici secondo i quali l’insonnia è 1,5 volte più comune nelle donne rispetto agli uomini e questo valore tende ad aumentare dopo i 65 anni”, prosegue Ferini Strambi. “Questo dato è in parte spiegato da una più marcata riduzione della secrezione di melatonina, ormone che regola il ciclo sonno-veglia, nelle donne rispetto agli uomini con l’avanzare degli anni. Anche la riduzione di progesterone, che ha un effetto sedativo e riduce i microrisvegli intrasonno, in menopausa può spiegare l’aumentata prevalenza di insonnia in questa fascia d’età. Inoltre, è noto che la depressione sia uno dei più importanti fattori scatenanti dell’insonnia cronica; non stupisce quindi che l’insonnia tenda a cronicizzare più frequentemente nella donna che è colpita dalla depressione in maniera doppia rispetto agli uomini”.

Diabete tipo 2, obesità, insulino-resistenza e disturbi del sonno

“Oltre ad avere importanti conseguenze sul piano psichico e di mancanza di energie”, commenta Stefano Genovese, Responsabile Unità di Diabetologia, Endocrinologia e Malattie Metaboliche, Centro Cardiologico Monzino IRCCS, Milano, “l’alterazione dell’orologio biologico del nostro corpo per deprivazione di sonno anche parziale, ma ripetuta nel tempo o la compromissione della qualità del sonno, aumenta la probabilità di alcune malattie e questo è molto evidente per patologie metaboliche come il diabete di tipo 2 e l’obesità. Vari studi hanno dimostrato che chi dorme meno di 6-7 ore per notte ha un più elevato rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 e di andare incontro ad un eccessivo aumento di peso, infatti il sonno influenza il modo in cui il nostro corpo processa il glucosio e dormire poco è associato ad alterazioni di alcuni ormoni che regolano l’appetito e che influenzano l’apporto calorico”.

GUARDA IL VIDEO → “Disturbi del sonno, insulino resistenza e glicemia alta al mattino”, Prof. S. Genovese, Responsabile Unità di Diabetologia, Endocrinologia e Malattie Metaboliche, IRCCS Centro Cardiologico Monzino

Oltre al tema del sonno…

La 2^ edizione del Congresso Nazionale Onda molti altre tematiche dedicata alla coppia, dopo i 45 anni: sono stati affrontati alcuni problemi clinici dell’uomo, che si riverberano sul rapporto di coppia, e anche aspetti psico-sociali. Sono state affrontate e approfondite le problematiche di maggior impatto dopo l’età fertile legate alla salute sessuale, cardiometabolica, mentale e oncologica con il tema della fragilità, declinato in funzione della maggiore incidenza in questo periodo della vita. “Anche quest’anno il Congresso ha aperto ai giovani, nel reiterato tentativo di avvicinare la classe medica del futuro sempre più alla medicina genere-specifica” ha sottolineato la d.ssa Merzagora.

“Il presente è segnato da una medicina personalizzata di precisione e genere-specifica”, conclude Claudio Mencacci, Presidente Comitato Tecnico-Scientifico Onda. “Questo sarà l’approccio base nei prossimi anni per molte patologie: dalle metaboliche (diabete tipo 2, obesità, dislipidemie, etc) alle cardiologiche, dalle malattie autoimmuni (diabete di tipo 1 etc) ai tumori, dalla depressione alle patologie muscolo-scheletriche. Un trend che cambierà la nostra società, i nostri rapporti e i legami affettivi con un miglioramento della qualità di vita e dell’empowerment di ciascun paziente, favorito anche dallo sviluppo delle nuove tecnologie, come è emerso dalle relazioni del Congresso”.

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