L’ictus non è prevedibile anche se le sue cause sono note; si sa che il rischio più alto è per i diabetici e i cardiopatici. La rivista Diabetes ha pubblicato uno studio realizzato da un gruppo di ricercatori dell’Università Cattolica – Policlinico ‘A. Gemelli’ di Roma e dell’Università scozzese di Dundee sulla scoperta che il profilo genetico di alcuni diabetici può stabilire se quei malati possono sviluppare un ictus ischemico in un arco di tempo superiore a sei anni.
Secondo i ricercatori fra la mutazione combinata di cinque geni infiammatori e il rischio di diabete ischemico esiste una corrispondenza. In uno studio preliminare sono stati raccolti i dati di 18mila pazienti con patologie a rischio di ictus e sono stati esaminati 2.100 soggetti con diabete di tipo 2; risultato di questo studio è che il rischio di ictus è parallelo all’aumentare del numero di mutazioni (da 0 a 5) di ogni soggetto.
I pazienti con diabete normalmente hanno un rischio di ictus del 5% ma quelli in cui è presente una mutazione combinata il rischio aumenta fino all’11%; dove la mutazione è completamente assente il rischio si riduce fino all’1%.
Per testare l’incidenza della mutazione genetica su persone con malattie diverse dal diabete e con lo scopo di realizzare un test diagnostico genetico semplice da eseguire e relativamente economico, i ricercatori italiani in collaborazione con importanti centri di ricerca sull’ictus inglesi, scozzesi, tedeschi, spagnoli, portoghesi e americani effettueranno l’analisi dei dati dei 18mila pazienti entro 12/18 mesi.
Fonte: 23 agosto 2010, dailyblog.it