A cura di Silvio Settembrini, Malattie Metaboliche e Diabetologia Asl Napoli 1 Centro, Congresso Nazionale Associazione Medici Endocrinologi, Roma, 10-13 novembre
L’inarrestabile incremento numerico dei casi di diabete mellito in tutto il mondo (sono ormai superati i 400 milioni di individui affetti da malattia con stime previsionali di 600 milioni di pazienti entro l’anno 2035, di cui circa il 90% diabete tipo 2) ed il dato saliente che emerge da un’analisi geografica delle aree a maggior sviluppo epidemiologico è che il diabete cresce maggiormente in Asia, Oceania ed Africa rispetto all’Europa e al Nord-America.
Evidentemente l’acquisizione in queste aree di modelli comportamentali ed alimentari squisitamente “occidentali” riproduce anche in questi settori geografici i determinanti dei meccanismi di malattia insorti nei Paesi a maggior sviluppo industriale. Modelli culturali sbagliati, eccesso di introito alimentare, ridotta attività fisica, semplificazione dei meccanismi di adattamento alla quotidianità della vita (informatizzazione, computer, telefonia mobile, accessi on line, etc) rendono gli individui sempre meno propensi al movimento fisico, indispensabile per un corretto equilibrio metabolico, e per converso la ricerca esasperata di una compensazione edonistica attraverso il cibo, giustificano l’evidenza di una comparsa contestuale di diabete di tipo 2 e obesità, la cosiddetta “diabesità“.
A ciò si deve aggiungere l’esasperata urbanizzazione con conseguenti riflessi sugli equilibri psicologici di adattamento all’ambiente e relativo stress, a cui occorre aggiungere la considerazione che gli attuali processi industriali di produzione di alimenti, confezionati e conservati (con additivi, coloranti, conservanti chimici ed eccipienti di varia natura), sta modificando il microambiente intestinale (il cosiddetto microbiota) e le sue funzioni, con conseguente riduzione dei meccanismi endogeni di protezione dal diabete (produzione di incretine).
Da questa premessa politiche razionali di prevenzione dell’insorgenza del diabete mellito dovranno incidere sensibilmente sui contesti: sociali, familiari, industriali, ambientali (inquinamento) per promuovere modelli virtuosi quali: fitness quotidiano, selezione ragionata dei nutrienti, stili di vita e wellness, e per i già diabetici ricerca di terapie più appropriate con l’utilizzo di farmaci validati per efficacia e sicurezza e finalizzati alla prevenzione delle complicanze della malattia ed alla riduzione di mortalità e morbilità.
Reference
- 15° Congresso Nazionale AME, 10-13 novembre 2016
Joint Meeting with AACE Italian Chapter / Update in Endocrinologia Clinica